“dentro un nastro registrato tutto quanto non ci sta, certe luci e certe ombre van perdute qua e là”… Letteratura Alternativa e il suo omaggio a Valerio Negrini, poeta.

di Silvia Perosino.

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Roby Facchinetti e Pablo T in uno scatto di Efrem Zanchettin

È un classico sabato pomeriggio astigiano di metà gennaio, umido e sonnacchioso, le giornate si stanno allungando e quando arriviamo in via Calosso costeggiamo un battistero di San Pietro ancora illuminato da un timido sole invernale.

Che qualcosa di inusuale, non ordinario, sia in corso, lo si intuisce già all’entrata della sede di Letteratura Alternativa; le vetrate dal gusto decò di palazzo Guglielminetti non consentono di sbirciare cosa accada all’interno, ma fuori dalla porta la presenza della sicurezza e di una nutrita schiera di spettatori già in attesa, nonostante manchi un’ora abbondante all’inizio dell’evento, suggerisce anche all’occhio più disattento che qualcosa di diverso dal solito stia per accadere.

Per noi di Videoservizi la sede di Letteratura Alternativa è un luogo in cui tornar sempre con estremo piacere, fin dal primo incontro con Romina e Pablo ci è piaciuto il loro ostinato desiderio di operare in Asti, la loro professionalità applicata alla realizzazione non solo del mestiere di editori, ma di coltivatori di cultura ad ampio spettro.

Quando entriamo, il clima apparentemente è il solito clima che precede un evento, con gli ultimi ritocchi, gli ultimi sguardi al materiale tecnico, i fogli sul leggio, ancora una prova alla chitarra tanto per. Eppure, qualcosa, qualcosa di minimale, apparentemente insignificante, nascosto in gestualità di sempre che oggi sembrano differenti, a tratti tradisce l’emozione che aleggia, impalpabile, come un profumo persistente ma in parte non del tutto conoscibile.

Il primo ospite della serata che incontriamo è Sebastiano Piccione. Sebastiano abbiamo già avuto il piacere di incontrarlo in un precedente evento organizzato da Letteratura Alternativa, ma questa sera il suo essere “ospite” ha una doppia valenza, non dimentichiamoci che abbiamo a che far con uno dei più importanti direttori di produzione nazionali. La professionalità la si può spiegare con mille parole, ma la puoi riconoscere chiaramente quando la vedi messa in atto. Poche parole, indicazioni, la precisione dell’azione, l’occhio che pare schivo ma ha la chiarezza di chi sa come le cose devono essere fatte, la sicurezza di chi è abituato a prevedere i problemi eventuali e sa già come risolverli.

Siamo, insieme ai colleghi della carta stampata della Nuova Provincia, gli unici media presenti in sala, gli unici ai quali sia stato concesso di intervistare e documentare dal vivo l’evento. Insieme, veniamo introdotti nell’ufficio dove l’altro ospite d’eccezione della serata ci attende per concederci un’intervista prima che tutto abbia inizio.

E l’altro ospite è Roby Facchinetti, praticamente un pezzo di storia della cultura musicale italiana e internazionale, che oggi è ad Asti per rendere omaggio a Valerio Negrini, poeta, paroliere, fondatore dei Pooh, uomo “strano” e affascinante dalla cultura multiforme, amico di una vita e di una carriera che è vita anch’essa, per durata ed intensità. Il primo a fare domande è Santagati, man mano che l’intervista procede mi rendo conto che sono in larga misura le medesime domande che avevo preventivato di fare anche io. Ascolto, metabolizzo, indecisa se cercare appigli oppure lasciarmi scivolare via. Quando è il mio turno, faccio un respiro, accantono la cartellina diligentemente approntata, e cerco semplicemente un’altra prospettiva dalla quale far scoprire ai nostri spettatori la figura di Valerio Negrini.

La magia di aver a che fare con un professionista dello spettacolo è che tutto fluisce con estrema naturalezza, ma la magia di aver a che fare con Facchinetti è che tutto fluisce al di là del personaggio; ci si aspetta, nella distorsione etica che vieppiù contraddistingue questi nostri tempi, che la consapevolezza della propria importanza porti ad un comportamento quantomeno distaccato, invece qui siamo di fronte ad uno di quei casi in cui la consapevolezza porta ad una estrema naturalezza, confidenza con sé che si trasforma in confidenza con gli interlocutori.

Il risultato dell’intervista non ve lo anticipo, potrete vederlo fra pochissimo tempo, disponibile su facebook e sui canali della nostra web tv, state attenti alle news, perchè ne vale la pena.

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Quando usciamo per lasciar spazio alla concentrazione degli ospiti prima di essere chiamati a raccontare e raccontarsi, notiamo che la sala si sta popolando. Il pubblico che prima era in ordinata fila fuori dalla porta ora sta prendendo posto, l’evento era sold out già pochi giorni dopo la prima pubblicazione della notizia. Molti arrivano da fuori città, più della metà dei partecipanti in realtà arriva da tutta italia. Asti risponde a modo suo, sempre un po’ tiepidamente, poi risponde, purtroppo a volte, non solo in questo caso, fuori tempo massimo; qualcuno prova a chiedere se c’è posto, ma per motivi di sicurezza i posti sono limitati, la sicurezza è obbligata a non fare entrare nessuno che non sia sulle liste e abbia il suo pass. Anche di questo abbiamo parlato più approfonditamente con Romina Tondo, direttore editoriale di Letteratura Alternativa, suo cuore pulsante e colonna portante insieme a Pablo T.

Ancora una manciata di minuti, poi finalmente ha inizio il tutto. E nuovamente si rinnova quella sensazione di cui parlavo prima; non c’è un personaggio, c’è un artista, certo, ma soprattutto c’è un uomo che condivide con estrema generosità ricordi di vita vissuta fra il palco e quella che per il resto del mondo è realtà.

La maggior parte di chi ha potuto assistere al dialogo su Valerio Negrini può testimoniare la forte partecipazione emotiva in cui tutti ci siamo trovati immersi, e che talvolta ha tolto un poco il fiato, sospendendo il tempo e il respiro. Ne è un esempio la visibile commozione di Mauro Crosetti, voce narrante di tutti gli eventi di Letteratura Alternativa, dopo la lettura del brano “il silenzio della colomba” (accompagnato dalla chitarra di Nicolò Costa):

Nel cuore più profondo del tuo cuore l’inferno ha fatto I cuccioli.
Se non lo fa nessuno ti chiedo scusa io
Per quelli che hanno un nome e una faccia che puoi chiamare uomini
Poi il tempo è dalla tua parte e in qualche modo ce la farai
Perchè le donne san stare al mondo molto più di noi
Ma non ci perdonerai.

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Il privilegio dell’attore che recita un ruolo su un palco è il riuscire a gestire forzatamente l’adesione alle risposte emotive del personaggio rispetto a sé stesso. Ma il lettore, immerso completamente nel dibattito, a due passi da chi ti ascolta, senza riparo alcuno se non il proprio leggio che faccia da diaframma con il pubblico, nel dare voce all’emozione può rischiare di farsene sopraffare, ma è sopraffazione dolce, che crea un legame ancor più intimo e potente con chi ti ascolta.

Si è parlato molto di Parole, della loro importanza, della loro esatta valenza. Facchinetti ha sottlineato più volte come Negrini fosse un paroliere attento, e di come lui, nel passare degli anni, cantando quelle stesse parole, ogni volta improvvisamente scopra nuovi significati; è questo il privilegio dell’esperienza, riuscir a mettere nuova vita in parole non nuove, contenitori da riempire, o dai quali attingere, a seconda della prospettiva.

Signori, avreste dovuto esserci.

Avreste potuto, esserci.

Noi abbiamo fatto del nostro meglio per rendere partecipi anche chi avrebbe voluto partecipare, ma non ha potuto e speriamo soprattutto di essere sempre stimolo per curiosare più assiduamente fra le mura di Letteratura Alternativa, le loro serate letterarie, i loro eventi. Val la pena di dimostrare, da astigiani, che questi piccoli grandi regali che ci vengono fatti non sono immeritati.

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